Le critiche di Stravinskij sono giustificate: è difficile capire che cosa potesse avere in mente Toscanini quando eseguiva la Berceuse élégiaque di Busoni, il Preludio, Fanfara e Fuga di Tommasini e l’ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini dopo la Grande Sinfonia in do maggiore di Schubert, oppure quando faceva precedere alla Nona di Beethoven il Tull Eulenspiegel di Strauss o la Rédemption di Franck.
Ed è certo che diresse un’enorme quantità di composizioni di terz’ordine, come si può vedere scorrendo i titoli del suo repertorio elencati in appendice a questo volume. Egli trattò inoltre con gusto discutibile alcune pagine di primissimo ordine, come quando eseguì singoli movimenti tratti dai quartetti per archi di Beethoven con l’intero settore degli archi dell’orchestra (per quanto riguarda il Quartetto in do maggiore op.59 n.3, usò una volta l’introduzione al primo tempo come introduzione all’ultimo tempo!).
tratto da “Toscanini” di Harvey Sachs