Ho assistito allo schiudersi della sua creatività. Il suo Quatuor, le Chansons de Bilitis, Pelléas et Mélisande nacquero per così dire, davanti ai miei occhi, e non potrò mai dimenticare l’emozione che mi ha procurato questa musica; ne assaporavo, deliziato, la «nebulosità», così nuova e preziosa a quel tempo. E gli splendidi Pezzi per pianoforte acquisivano, sotto le sue dita, un’aura fiabesca, si illanguidivano e mormoravano con tenera malinconia.
tratto da “Quaderni di un mammifero” di Erik Satie